Pressioni dal Recupero crediti, come funziona il meccanismo di recupero crediti
Il recupero crediti è quel meccanismo che scatta quando un debitore inizia a risultare insolvente. Generalmente le aziende di recupero crediti si situano in una posizione intermedia tra le banche o le società di finanziamento e l’utente finale di quel finanziamento.
Quando l’utente va in banca o in una società finanziaria per chiedere un credito (cioè un finanziamento per l’acquisto di un bene rateizzato, un mutuo oppure un prestito economico) deve presentare alcune credenziali. Tra queste credenziali ci sono il contratto di lavoro e le ultime buste paga. Sulla base dei requisiti dell’utente, l’azienda concede o non concede il credito. Può succedere, però, che durante il periodo in cui si sfrutta il prestito e in cui si devono restituire le rate per coprirlo, qualcosa vada storto: magari l’utente perde il lavoro, oppure ha delle spese economiche impreviste che gli impediscono di pagare le rate. Chi non paga le rate viene segnalato come cattivo pagatore, e questa condizione può portare alcuni problemi.
Può anche accadere che alcune aziende, per una politica di marketing, concedano prestiti a coloro che sono già stati segnalati come cattivi pagatori, ovviamene a condizioni più stringenti rispetto ad altri utenti. Se il cattivo pagatore intasca il prestito e continua a non pagare, la banca o la società finanziaria si rivolgono alle società di recupero crediti, che ‘inseguono’ il creditore per recuperare le insolvenze. Inizia in questo momento la pressione per il recupero crediti.
Cosa accade quando c’è troppa pressione per il recupero crediti e come difendersi
Gli agenti delle società di recupero crediti sono una specie di poliziotti economici che devono assolutamente recuperare l’insolvenza nel minor tempo possibile. Cosa succede, però, quando si verificano abusi di potere e le pratiche di recupero credito diventano vessatorie?
Il Garante per la privacy ha stabilito ormai da tempo che non possono verificarsi pratiche di recupero crediti che invadono la privacy dell’utente. Bando, quindi, a telefonate a casa nel cuore della notte, incursioni in palestra, appostamenti sul luogo di lavoro. Le norme sono ancora più severe se le pratiche cosiddette vessatorie coinvolgono altri membri della famiglia, magari minorenni.
La società di recupero crediti più famosa in Italia, cioè Equitalia, si muove in maniera più discreta con l’invio di cartelle esattoriali e relative lettere di sollecito in caso di insoluto prolungato. Le società private di recupero crediti, però, essendo realtà più piccole e più ancorate al territorio, mettevano in scena queste pratiche poco ortodosse per far sentire il cittadino accerchiato e privo di via di fuga. Va detto che il complesso delle strategie, etiche o meno, hanno consentito il recupero di diverse decine di miliardi di euro: nel solo 2015, per esempio, quasi 60 miliardi di euro di credito sono stati messi in mano a queste società, che sono riuscite a recuperarne oltre 10 miliardi sia in contanti che con il pignoramento dei beni.
Per difendersi dalle pratiche troppo pressanti ci si può comunque rivolgere alla Polizia o al Garante per la privacy, che mettono in campo un’indagine su quella società. Anche professionisti come quelli che si appoggiano a Debito.cloud, un sito specializzato nei servizi all’utente e nelle consulenze sui debiti, possono suggerire cosa fare per far cessare questi comportamenti.
Sfatare i miti: ecco quali sono le cose che le aziende di recupero crediti non possono fare
Ovviamente, a parte la stretta da parte del Garante per la privacy, ci sono azioni che gli inviati delle società di recupero crediti non possono assolutamente fare. Le scene che si vedono nei film, nei quali il malcapitato alza la cornetta e dall’altro lato una voce minacciosa si presenta dicendo ‘Sai benissimo chi siamo’ accadono, per l’appunto, solo nei film. L’utente finale ha il diritto di sentire le generalità di chi sta chiamando: nome e cognome dell’inviato e nome della società di recupero crediti per cui lavora, più tutti i dati relativi al credito per il quale sta chiamando, sono informazioni obbligatorie. L’utente può non rispondere o interrompere la telefonata se gli vengono negate. Bando, inoltre, anche alle chiamate con il numero privato che non consentono il riconoscimento: l’utente deve essere contattato da un numero fisso formale, rispondente all’azienda, o da un cellulare aziendale di uno dei dipendenti.
È vietato anche divulgare false informazioni al fine di spaventare il debitore: questo comportamento è un illecito e può essere punito severamente. È dunque vietato minacciare l’utente dicendogli che gli insoluti costituiscono un reato e si rischia una pena detentiva: i debiti non costituiscono mai un reato penale, sempre civile, quindi sono puniti con ammende pecuniarie o nel peggio dei casi con pignoramento dei beni materiali. Anche le figure preposte a queste operazioni (i famosi esattori) non esistono: esistono gli ufficiali giudiziari per il pignoramento, che comunque si muovono solo dopo un decreto ingiuntivo o una condanna definitiva da parte del tribunale civile.
Bisogna stare anche attenti alla propria privacy, per la quale si può intentare una causa alla società di recupero crediti, per quanto riguarda i propri contatti. Reperire il numero dell’utente finale con condotte poco ortodosse è vietato, così come è vietato minacciare (o ancor più agire direttamente in questo senso) di rivelare il debito dell’utente a terze persone. Insomma, la pressione per il recupero crediti è limitata, e i dipendenti delle società sono strettamente controllati.
Debito.cloud, il portare degli esperti a difesa del cittadino
Debito.cloud è un sito innovativo che si occupa di consulenza sui debiti a difesa del cittadino. All’interno del sito non è possibile trovare vera e propria consulenza legale online. Il sito, infatti, immette semplicemente il cittadino in una rete di professionisti che si sono resi disponibili per la consulenza. Tutti i professionisti sono esperti in materia di diritto tributario e di debiti, e sono in grado di consigliare la miglior cosa da fare in caso di pressione per il recupero crediti. Gli affiliati a Debito.cloud provengono da tutta Italia, quindi è semplice per l’utente trovare una consulenza proprio vicino a casa propria e confrontarsi con un esperto per difendersi dalla pressione per il recupero crediti.